martedì 18 ottobre 2016

Voi non sapete cos'è l'amore


Mattina nuvolosa come si conviene al mese di ottobre. A Torri il paese che torna quieto dopo l'estate, le case che si svuotano e l'odore delle stufe di quelle abitate tutto l'anno. Mucchi di foglie. I boschi che si accovacciano sui tetti, che ci nascondono. Freak è quasi cieco e sordo, ha quindici anni e l'entusiasmo di un cucciolo, anche se non riesce più a saltare per farmi festa quando mi incontra. Facciamo il nostro giro breve, lui mi precede voltandosi appena, fino alla chiesa e al gradino della cappella dove mi fermo a leggere. 


Rosa canina fiorita, la nebbia che fa tutto vicino.


La sensazione di non essere mai davvero distanti dal centro delle vite. Non riesco a pensare che Freak non ci sarà più eppure mi sembra la cosa più naturale accompagnarlo così nella vecchiaia e avvertire che alcune cose non mutano, che l'amore delle bestie non muta. Così è stato a gennaio quando io e mia madre abbiamo salutato Puck, il nostro gatto gigante, bianco e nero, il gatto che nei miei sogni è sempre stato insieme a Freak, anche se nel mondo quotidiano non hanno mai condiviso nulla - se non "me", in posti diversi, in case diverse. E tutte le cose a me intorno/ colgo precorse nell'esistere, inizia una poesia di Zanzotto, un paesaggio dove l'essere umano si annulla, è piccolo immerso in quanto lo precede, lo riconosce e lo oltrepassa nel presente senza fine.


Oggi mi godo lo stare in disparte, il ritorno a un luogo che nel tempo, come l'infanzia, è una stanza della mia casa, una casa che si spacca in più punti perché l'altro deve filtrare, non sempre benvoluto, non sempre trovandomi disponibile allo scambio. Domani sarà la mattina delle castagne. Dopotutto l'autunno è la mia stagione preferita. Il mondo si flette un attimo e si colora prima di sparire.

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