giovedì 4 ottobre 2012

Arte e spettri: i luoghi incantati di Louise Robinson

(Precedentemente apparso su Metromorfosi di dicembre 2008)
 
Nella rete è possibile esplorare la geografia intera del pianeta vagando tra lingue diverse, diari, articoli, con il solo movimento delle dita sulla tastiera. In questa mappa ricchissima fioriscono stanze di Alice, dove lo spazio si restringe e si espande in creature bizzarre, paesi e stagioni immaginarie in cui possiamo trasferirci mentalmente, come nei libri e nell’arte migliori,  almeno per un po’. Durante uno di questi viaggi è apparso nella luce dello schermo il sito di Art&Ghosts dell’artista inglese Louise Robinson, che nelle sue opere  unisce tecnica del collage, arte digitale, illustrazione evocando personaggi e luoghi sospesi tra il sonno e la veglia.  Case coniche di vetro colorato in paesaggi innevati, figure proiettate sulla carta da parati, capelli che crescono in ragnatele e visioni nebulose, bambine fatate dal carnato perfetto e l’espressione triste ritratte in panorami invernali, insieme ai loro compagni animali – piccole guide in terre incantate. Gli oggetti familiari sono dislocati in una natura eterea: con la loro presenza sembrano invitare lo spettatore a prendere posto tra loro, trasformarsi. Così nei rami azzurri confusi nella neve risuona la musica di un vecchio grammofono; una casa sorge dall’acqua di un lago rosato al tramonto;  l’accesso alla foresta è una porta con tanto di lampioncino, guardata da due alti conigli.  L’arte della Robinson si nutre dell’inquietudine e della bellezza più autentica delle fiabe in cui il magico è sempre ad un soffio dal mondo degli spettri, ma anche dell’esperienza onirica, dove viviamo scorporati, immersi nelle immagini che fluiscono seguendo un tempo interiore finché il risveglio non ci restituisca un senso.
 
Milk House


(Milk House) Sulla panchina siedono le ombre dell’anno, guardano il bianco dell’orizzonte. Nel nord le case sono di nebbia e latte, con un fuoco e coperte colorate dietro la finestra. Non ci sono porte, poiché la porta è il sogno. Puoi seguirne le tracce, come di animale uscito dall’acqua, dal muschio sottostante.  Ascolta – la solitudine non fa rumore.


Ermine Snow

 


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