sabato 14 settembre 2013

Seamus Heaney tradotto da Franco Buffoni

Belderg
“Venivano alla luce in continuazione
E le si credeva straniere…”
Con un occhio solo e miti
Macine di mulino tratte dalla palude
Giacevano per tutta la sua casa.
Sollevare il coperchio di torba
Per trovare questa pupilla
Che ancora sogna messi neolitiche!
Quando egli tolse lo strato di torba
I secoli mollemente accatastati
Si spartiscono come un ciuffo di capelli:
C’erano i primi segni dell’aratro,
I campi dell’età della pietra, la tomba a camera
Decorata con mensoloni e coperta di terra
Pavimentata con polvere di torba.
Un paesaggio fossilizzato,
Le cui linee di muretti a secco
Si ripeterono davanti ai nostri occhi
Nella contea di Mayo.
Prima che mi volgessi per andarmene
Lui parlò di persistenza,
Di una congruenza di esistenze,
Di come, sgomberata dalle pietre, liberata,
La sua casa accumulò cerchi di crescita
In ferro, selce e bronzo.
Così parlai di Mossbawn,
Un nome da torbiera. “Ma moss?”
Disse incrociando la musica della mia vecchia casa
Con più antiche melodie norrene.
Avevo raccontato come le fondamenta
Fossero instabili, proprio come suoni,
E come potessi ricavare
Una doppia radice da quel terreno,
Facendo di bawn un forte inglese,
Una collinetta recintata da coloni,
Oppure trovare rifugio
Pensandolo irlandese,
Resistente pur se in rovina.
“Ma l’anello norreno sul tuo albero?”
Passai per la cruna della macina,
Portai acqua a un vecchio mulino,
E con l’occhio della mente vidi
Un albero del mondo di pietre in equilibrio,
Macine accatastate come vertebre,
Il midollo frantumato, ridotto a sedimento.

Qui per il testo originale e un'altra poesia:
http://www.nazioneindiana.com/2013/09/02/forever-seamus/

E The Guardian sulla sua morte:
http://www.theguardian.com/books/2013/aug/30/seamus-heaney-dies-74-poet

Sul potere della poesia, dal suo discorso per il Nobel (1995):
"il potere di convincere quella parte vulnerabile della nostra coscienza, della sua giustezza, nonostante l'evidenza dell'errore tutto attorno, il potere di ricordarci che siamo cacciatori e raccoglitori di valori, che le nostre stesse solitudini e angosce sono dignitose, in quanto anche loro garantiscono l'autenticità del nostro essere umani".

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