lunedì 8 maggio 2023

Aggiornamenti! Recensioni e Calendario estivo


Sta arrivando il caldo, ma per fortuna alcune piogge rinfrescano l'aria, e noi amanti dell'ombra e della frescura le ringraziamo.

Tundra e Peive sono in viaggio verso nuovi luoghi, laboratori, incontri estivi - e intanto escono dei pezzi bellissimi sul romanzo che è la loro storia e anche sul libro di poesie, Appunti dal parco, ripubblicato da Vydia in edizione ampliata e aggiornata, grazie al lavoro e alla dedizione di Cristina Babino. 

Ilaria Giannini mi ha fatto una densa intervista per InToscana, QUI

Marisa Salabelle ne parla con affetto su Masticadoresitalia, QUI

Stefano Solventi ne scrive sul suo bellissimo blog, Pensiero Secondario, QUI

Mauro Garofalo ha scritto un pezzo ampio e generoso sugli Appunti e sul romanzo sul suo spazio per Il Sole 24 ore, QUI

Mauro Tetti ne parla in un saggio-mondo comparativo per Limina rivista, QUI

Roberto Crivelli scrive di inselvatichimento urbano per La Nuova Ecologia di maggio, la rivista ufficiale di Legambiente, partendo proprio dal mio romanzo, QUI

Mentre Silvia Rosa su Poesia del Nostro Tempo scrive un bel commento per gli Appunti, seguito da una selezione di testi, QUI


PER QUANTO RIGUARDA IL CALENDARIO, INVECE, ECCO QUI!

10 maggio ore 18.00 Parma, Piazzale Inzani per la rassegna "Sotto i tigli" a cura di Rivamancina - Bacaro in Oltretorrente di nuovo con Francesca Corno e con le letture di Resi Alberici


12 maggio ore 19.00 Firenze, Libreria L'ornitorinco IN VESTE DI PRESENTATRICE! Per il saggio Astri Amari. Per un'astrologia transfemminista (effequ) insieme all'autrice

13 maggio ore 18.00, Ancona, Fogola Fàgola in dialogo con Giorgiomaria Cornelio sui nostri libri e su tutto quello che ci passa per la testa, ospiti di Simona Rossi

28 maggio Preannuncio reading poetico da Appunti dal parco (Vydia editore) in luogo al momento segretissimo, non troppo lontano da casa e fra gli alberi.

10 giugno sarò ospite della prima edizione del Festival del Bosco, presso Capannori, sotto i Monti Pisani, per l'esattezza QUI. Non sarà la solita presentazione, ma condurrò un laboratorio di poesia e scrittura, aperto a tutti dal titolo Parole Bosco. Tundra, Peive, le Donne Animale e le foglie mi aiuteranno.

11 giugno torno a Roma! ospite de rivista e del festival Interzona, insieme a Pasto Nudo - presto altri dettagli

5 luglio, Camerino! all'Orto Botanico insieme a Barbara Bernardini e il suo Dall'orto al mondo, parleremo dei nostri libri e della collana terra di nottetempo. Orario e altre info prossimamente

21 luglio sarò ospite de La Biblioteca del Lupo e questo mi rende felicissima. Faremo un laboratorio: Il Bosco è un Animale, usando le carte oracolo, le poesie, le storie.

Dal 23 al 29 luglio invece sarò ancora nelle valli piemontesi, ospite di Agape per il Campo Femminista, di cui si può leggere QUI. Condurrò un laboratorio in tre appuntamenti, lavorando sulla vecchia avventura di Bambina, Strega, Regina e ne sono molto contenta.

12 agosto Tundra e Peive + Appunti dal parco arrivano a Torri, il mio paese nella Sambuca Pistoiese

15 settembre, Perugia, Mannaggia Libreria, orario e informazioni da definire

E nell'estate potrebbe esserci ancora altro. Viva le storie, sempre.




sabato 25 marzo 2023

Biblioteca di Strada: APERTA!

Oggi 25 marzo 2023, in un bel sabato assolato ma non troppo, è stata ufficialmente inaugurata la 

BIBLIOTECA DI STRADA! 

Fuori da casa mia troverete questa casetta dal tetto rosso, punteggiato di bianco come un'amanita muscaria. Ospiterà libri di ogni tipo, pronti a essere presi, letti, restituiti. 
Era tanto che sognavo di aprire questo luogo, trasformando un po' la mia casa nella casa di tutti, grazie ai libri. 


Il funzionamento è semplice: si sceglie un libro, lo si tiene per 40 giorni (o anche qualche giorno in più, se serve), poi lo si riporta per altri lettori. Ci sono romanzi, libri di poesia, saggi, alcuni piccoli illustrati per bambini e, nel tempo, la collezione aumenterà e cambierà. Magari mi inventerò anche qualche evento nel giardino o nell'orto, attraversando la mia casa per raggiungerlo e fare compagnia alle zucche. Intanto la casetta-biblioteca è lì ad attrarre l'attenzione dei passanti: non siamo più abituati ad avvicinarsi ai cancelli e alle case, ma credo che piano piano passerà il messaggio che tutti possono aprire la casetta, guardarci dentro, scegliere, leggere.

Buona Primavera!



 

domenica 5 marzo 2023

Tundra e Peive prima recensioni

Qualche novità su Tundra e Peive! 

Si possono leggere due recensioni/letture belle sul Mar dei Sargassi, a firma Noemi De Luca, e su minima&moralia a firma Armando Vertorano. Qui e qui.

Ne ha parlato poi Andrea Cafarella in un bel pezzo sulla letteratura ecologica in Italia, uscito su Domani il 1 marzo; mentre il 2 marzo è uscita una mia intervista a cura di Vanni Santoni sul Corriere della Sera. 

Nelle presentazioni in giro (Pistoia, Firenze, Roma) mi capita spesso di ricordare che i libri sono anche dialoghi con altri libri e con le loro storie. In questo senso il tributo più forte, che apre proprio la vicenda, va a Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson di Selma Lagerlöf e a quello straordinario volo di oche selvatiche, insieme a un papero domestico e a uno strano bambino folletto. Metto la copertina, per non scordarmi mai il senso di gratitudine e salvezza che generano alcuni libri. Anche per questo si scrive. 



Nella foto qui sotto io a casa in uno scatto di Giovanni Fedi.





 

venerdì 10 febbraio 2023

Tundra e Peive

Tundra e Peive esce il 17 febbraio, giorno dei gatti, ma le mie copie sono già qui e ancora le guardo con un certo sospetto o timore, un'incredulità di base. Quanto resta in una storia di chi la scrive? Quanto potrà dire agli altri? Sono le domande universali, a cui non credo sia possibile trovare una risposta. 



Sono felice (e sento anche un discreto senso di responsabilità) perché questo libro è il primo romanzo della collana terra di nottetempo, di cui ho quasi tutti i testi saggistici che si occupano di ecologia, sguardi antropologici, riportano le parole dell'Amazzonia e dei suoi sciamani, si interrogano sugli animali e le piante. Il mio è una fiaba, o meglio molte fiabe tenute insieme, che vorrebbe essere un tributo a tutte le creature oltre l'umano, capaci di custodire la nostra immaginazione. 

Nel frattempo ho creato una playlist con la musica che gira dentro e fuori dalla storia, viaggiando per il nord, la radura e la città. Ho preparato la locandina per la prima presentazione che avverrà a Pistoia, al Circolo Garibaldi sabato 18 febbraio e sarà seguita da un'apericena veg e un concerto. Intanto guardo la copertina e penso a quanti anni questa storia è stata con me, prima di trovare la sua forma. Esseri piccoli, animali, donne sagge ma non troppo, fratelli perduti, orfani - i miei mondi, la capacità di dimenticare per sopravvivere, di ricordare per tornare agli affetti. 


Mentre io mi preoccupo e mi perdo in fantasticherie, questi due invece se la godono: Runa cresce indomabile e fa dispetti, Ariel mostra tutta la sua bontà verso questo cucciolo ed è ancora il mio compagno d'anima, colui che mi ha fatto forza negli ultimi tre difficilissimi anni. Anche loro sono una parte di Peive. Chi è o era, chi diventerà. Come i vivi e i morti (umani e non umani) si tengono, si trasformano e non smettono di sognarsi a vicenda. 


giovedì 5 gennaio 2023

Inizio Anno: Articoli e Letture

Mare di Nebbia da Casa La Lodola (Pian di Venola)

Questo 2022 è stato molto denso e ho aggiornato pochissimo il blog. 

Recupero oggi con alcuni link e notizie. 

Intanto qualche mese fa su Singola è uscito un mio lungo scritto su uno dei libri più belli, letto proprio al principio del 2022: Ruthie Fear di Maxim Loskutoff, pubblicato da Black Coffee in italiano. Si può leggere qui:

https://www.singola.net/arti/recensione-ruthie-fear-maxim-loskutoff-lupo

Ho poi scritto di alcuni dei libri che ho letto e amato quest'anno, insieme ad altri più antichi, ma inossidabili nei consigli (estivi e invernali!) de L'Indiscreto.

Qui: https://www.indiscreto.org/cosa-leggere-questestate-secondo-noi-3/

e qui: https://www.indiscreto.org/cosa-leggere-durante-le-feste-secondo-noi-2/

Sul fumetto Disfacimento di Linnea Sterte, pubblicato da add editore (e tra i miei consigli estivi), vorrei poi invitare a leggere quanto scritto nella Newsletter di agosto di Medusa, qui: https://medusanewsletter.substack.com/p/rinascita

L'ultimo numero di Braccia Rubate si è concentrato sugli alberi e il nostro rapporto con loro. Io ho parlato del castagno e non sono stata l'unica - del resto quest'albero è profondamente legato alla storia di molti "appenninici". Si può leggere qui:

https://mailchi.mp/e5167f036ebf/bracciarubate33?e=34616faf48

Per ora è tutto! Buon 2023, che sia sereno e pieno di immaginazione. 

Ne abbiamo bisogno.






martedì 19 luglio 2022

Aggiornamenti!

 Dopo molti mesi di silenzio, riemergo nel mio blog. 

Due aggiornamenti rapidi.

Per Vivida è uscito il mazzo Oracolo degli Animali Sacri, progettato da me con immagini di Rocco Lombardi:

https://www.vividabooks.it/product-page/oracolo-degli-animali-sacri


Mentre per la Luna Piena del Cervo del 13 luglio è uscita una mia storia su Braccia Rubate, newsletter che potete seguire qui:

https://bracciarubate.mailchimpsites.com/numeri

Scrivo di luna, balene e di un laboratorio con bambine dove abbiamo inventato questa fiaba ecologica e spirituale (le due cose vanno sempre insieme). 




giovedì 20 gennaio 2022

Raccontami una fiaba: da domani, venerdì 21 gennaio, su FangoRadio

 


Un post veloce per annunciare che domani comincio una nuova trasmissione su FangoRadio: "Raccontami una fiaba" - un venerdì al mese, alle 17.00

Lettura di una fiaba di qualsiasi provenienza, discussione, tracce sonore. 

Tutti i dettagli al link!

https://www.fangoradio.com/shows/224


Immagine di Giuditta Chiaraluce. 


mercoledì 29 dicembre 2021

Sulla decenza e sull'amore (auguri per l'anno nuovo)

 "Che sia la decenza, poi, non possiamo più intendere a livello di massa: credo, suppongo, sia una specie di vergogna che l'anima prova di fronte al mentire". ANNA MARIA ORTESE

Rifletto su queste parole della Ortese, sulla decenza quale vergogna davanti al mentire agli altri e a noi stessi. La menzogna collettiva che l'animale non umano non senta dolore, non abbia essenza spirituale o uguale diritto alla vita. La menzogna individuale che vi sia un male necessario che infliggiamo all'altro. Semmai c'è un male inevitabile nell'essere vivi, nell'incontrarci e abbandonarci, nel fraintenderci, nel riempirci l'un l'altro di aspettative. 

C'è un male che solo si riscatta nel volere la gioia e riconoscerla, nell'accettare la grazia - che poco ha di divino e moltissimo dell'occhio lucido, strano, commovente della bestia. 

C'è la menzogna di chi pur di non guardare la limpidezza dell'amore, di ogni amore, la ridicolizza, la nega, la trasforma in richiesta inaccettabile, in accusa. La menzogna di chi per paura, egoismo o pena personale mutata in grettezza, non sa dare risposta a chi ama, e usa quell'amore come un'infinita disponibilità da parte dell'altro a lasciarsi calpestare. 

Cerco di restare decente nel mio vivere e di pretendere questa decenza, perché a un certo punto vivere è anche non sentirsi più chiamati a pagare debiti mai contratti con chi semplicemente non ci ama. Volontà e desiderio: essere amata, vista, rispettata, nella stessa misura in cui amo, vivo, rispetto, e stare perfino in quell'adorazione senza tempo che appartiene all'amore carnale e spirituale, al sesso e al sogno. 

Sapere l'animale in me e negli altri, senza giustificare alcuna brutalità. Ricordare la promessa fatta al passerotto ucciso dal gatto, molte vite fa, e al gatto nella sua crudele innocenza. Ricordare che non esiste vergogna nel mettere sopra tutto la sofferenza degli animali, perché è la stessa della nostra innocenza più volte repressa, è la parte che si aspetta il bene, come scriveva Simone Weil: il sacro dentro ognuno di noi. Chi riconosce questa sofferenza, riconoscerà il fratello o la sorella, chiunque sia, in qualsiasi forma. Vorrà fortemente quella fratellanza. Chi la riconosce non tradisce l'infanzia e resta tenace nella volontà di sopravvivere, aggiustando le fratture senza nasconderle. 

Allora, questo auguro a me stessa e al mondo degli amanti, dei viventi: che la decenza diventi la fermezza dell'amore. Innocente, ingenuo, prepotente, fragile, ragionevole, chiarissimo nel buio. Come sempre. 

mercoledì 22 dicembre 2021

Un anno di LIBRI



Il 2021 volge al termine e io faccio i conti con un anno di cambiamenti necessari e difficilissimi, di perdite personali, di pandemia, di momenti in cui ho davvero creduto che non ce l'avrei fatta e di grazia, quella grazia del mondo che soccorre - basta riuscire ancora a volerlo ascoltare.

Ora, dalla fine dell'estate io e Ariel siamo nella nuova casa, quella definitiva, vicinissima alla casa d'infanzia che il mio gatto può raggiungere in pochi minuti, passando dai tetti e dagli orti interni.

Tutto quello che ho vissuto si è raccolto e scandito nei libri, alcuni dei quali attesi da tempo, altri nati rapidamente in circostanze fortunate. 

Inizio con La Donna che Divenne l'Orso, un oggetto piccolo e prezioso realizzato grazie alle Edizioni Volatili di Giorgiomaria Cornelio e Giuditta Chiaraluce, autrice dei segnalibro e delle immagini. Il libro è stato stampato in un numero limitato di copie gratuite, il cui testo integrale però si può leggere qui:

http://www.altrianimali.it/2021/01/27/12867/

Lì dentro c'è tutta la sofferenza che poi sarebbe esplosa nei mesi successivi. C'è  l'amore, c'è la mia vita, che sa raccontarsi meglio quando indossa la pelle dell'animale. 

A giugno è finalmente uscito il libro di poesia a cui ho lavorato per vari anni e che raccoglie testi dal 2007 al 2021, alcuni già pubblicati. Ciò che il mondo separa, pubblicato per Marcos y Marcos, è il libro che raccoglie in sé la mia idea di infanzia, di difesa, di rapporto con l'animale e la perdita, di separazione, di riconciliazione dolorosa, ma anche tenacemente voluta, con i luoghi e le persone del nostro vissuto. Mi ha stupito la copertina di Luca Mengoni, bellissima, con quel palco di cervo, che è eredita e pegno dall'animale, dallo spirito fraterno infantile, al crescere senza tradire, parafrasandomi e contraddicendomi. 

https://marcosymarcos.com/libri/cio-che-il-mondo-separa/


Lascio una recensione di Anna Valerio, che ho scoperto da poco:

https://www.ilgiornaleoff.it/2021/10/31/cio-che-il-mondo-separa-il-libro-di-francesca-matteoni/

Su Tellus, poi, sono uscite alcune mie poesie nuove e inedite, raccolte come un diario, che si può sfogliare qui:

https://www.zestletteraturasostenibile.com/tellus/

In pochi mesi, a settembre, è arrivato a chiudere il cerchio con la poesia il mio libro di fiabe, Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso, pubblicato grazie ai due effequ, Silvia e Francesco, che ci hanno creduto da subito. 

https://www.effequ.it/attenzione-parenti/io-saro-il-rovo/

Che dire! Ho sempre letto, raccontato, scritto fiabe insieme alle poesie, ma fino a quest'anno pensavo che non avrei trovato uno spiraglio per pubblicarle. Sono fiabe che marcano un territorio, in cui si scende dalla vetta della montagna verso la valle e poi fino all'oceano dei sogni, del futuro, della resa al destino e della resistenza che forse diventa una piccola barca. Ci siamo io e Ariel, alla fine, proprio come qui, ora, in questa nostra casa d'approdo e di nuovo inizio. Ci sono persone-volpi, molti animali che si trasformano, fate che non sono ciò che di solito ci si aspetta, madri e padri inadeguati, figli che diventano fratelli e sorelle e la promessa dell'amore, che prima o poi troverà il suo tempo per essere. 


Infine è arrivato l'autunno pieno e con lui hanno visto la luce tre progetti per una nuova collana editoriale, Vivida. Un manuale di magia, Streghe novelle e Maghi apprendisti, illustrato da Elisa Macellari; e due mazzi di tarocchi - Chiedi alla Strega, illustrati da Simone Pace e i Tarocchi Grunge, illustrati da Andrea Moresco

Nel manuale si possono trovare una breve storia della magia, dall'antichità a oggi, i ritratti di ventiquattro personaggi fra streghe e maghi di ogni epoca; quindici animali incantati e quindici strumenti magici. Infine ci sono alcuni incantesimi, che chiunque può fare e perfino modificare secondo la sua sensibilità. Ho cercato di mettere insieme i miei saperi accademici, l'immaginazione e l'arte di narrare che è propria di tanta pratica stregonesca. 

Chiedi alla strega è un mazzo adatto a tutti, che riprende in larga misura i tarocchi di Pamela Colman Smith (RWS). La particolarità sta negli Arcani Maggiori dove troverete streghe dal folklore e dalla storia, e nei Re, concepiti come Antenate elementali del mazzo. Nell'ultima parte le streghe parlano direttamente, consegnandovi i loro messaggi.

I Tarocchi Grunge invece sono ispirati dall'ultimo grande movimento rock degli anni Novanta, il grunge, appunto. Nei Maggiori e nella Corte si trovano  riferimenti precisi a canzoni dell'epoca e sono riconoscibili alcuni degli artisti più notevoli. Alla fine si trova anche tutta la discografia usata, per creare la propria playlist.


Ecco, questo è un po' il riassunto delle cose fatte, mentre ancora scrivo e immagino. Guardo i vari libri dove ho messo parti di me che si perderanno nei lettori, come è giusto che sia, e penso che ho un mondo davvero ricco, intorno. Sono fortunata. Posso ancora fare quanto amo. 

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Arrivo a oggi con i consigli di lettura dell'Indiscreto: 

https://www.indiscreto.org/cosa-leggere-durante-le-feste-secondo-noi/

Qui sotto una foto dei libri che ho suggerito io per queste feste e per il lungo inverno (ma non solo).


Chiudo con quest'ultima immagine, che sta sul mio frigorifero: un ritratto formidabile che mi ha fatto una bambina di sei anni, di nome Delia, durante un laboratorio. Sono io ed è anche Pippi Calzelunghe!


martedì 21 dicembre 2021

Grimm, Fiabe e Streghe in radio

Ieri una super giornata radiofonica!


Bjork nel film The Juniper Tree (1990) 

Alle 15.30 sono stata invitata a Radio 3 per parlare dei fratelli Grimm! insieme a a Tommaso Giartosio e a Saverio Simonelli per introdurre le letture delle loro fiabe tradotte da Antonio Gramsci nel nuovo ciclo della trasmissione "Ad alta voce". Potete ascoltarci qui:

https://www.raiplaysound.it/audio/2021/12/Fahrenheit-del-20122021-b1f406c1-7de8-4b5f-8f9f-d76c1e7b1850.html

Poi a Sàivu ho concluso La stagione delle streghe! con la terza puntata dedicata alla Stregoneria nella contemporaneità.


Si possono riascoltare tutti i podcast qui:

https://www.fangoradio.com/shows/104




venerdì 17 dicembre 2021

Il viaggio della pianta sacra


 

Per la Rete 2 della Radio svizzera Andrea Cocco ha realizzato questo programma dove sono anche io, insieme all'amico Andrea Cafarella.

Ascoltateci e sempre viva le piante-medicina!

https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/laser/Il-viaggio-della-pianta-sacra-14883759.html?f=podcast-shows


domenica 5 dicembre 2021

Rovo e poesia - recensioni, interviste, articoli


Prima neve dell'autunno 2021 a Torri, Fotografia di Benedetta Matteoni

Continuano a uscire scritti preziosi sulle mie fiabe e sul libro di poesie! E ora che ci avviciniamo alla fine dell'anno mi sembra ancora più speciale tutto questo. 

Intanto su Fare Voci di novembre è possibile leggere un'intervista che mi ha fatto Giovanni Fierro, qui:

https://farevoci.beniculturali.it/fare-voci-novembre-2021/

Beatrice Palmieri recensisce con parole splendide il Rovo su Il Rifugio dell'Ircocervo, qui:

https://ilrifugiodellircocervo.com/2021/11/10/fiabe-delloggi-per-ricucire-le-ferite-di-noi-stessi/

Maria Gaia Belli mi intervista e scrive cose bellissime su Tropismi, qui: 

https://www.tropismi.it/2021/11/10/guarda-dove-non-devi-intervista-su-io-saro-il-rovo-di-francesca-matteoni/

E nell'oroscopo letterario di Paper Moon...

https://onlyapapermoonweb.wordpress.com/2021/11/10/oroscopo-novembre-2021/

In un importante editoriale uscito sul quotidiano Domani, Andrea Donaera fa il punto sul fantastico italiano contemporaneo. E sul Rovo scrive questo:

Un ulteriore episodio che si immette con decisione nella semiosfera del fiabesco (e del fantastico) per realizzare un testo di elevata statura letteraria è Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) di Francesca Matteoni: una raccolta di storie dove la fiaba si scrolla di dosso qualsiasi manto morbido, qualsiasi patina edificante, per immettersi nei sentieri oscuri del traumatico e dell’inconscio collettivo, ritornando al suo statuto originario. La scrittura di Matteoni, poetica e ammaliante, crea un sotto-mondo allusivo di segni (e sogni), con creature che popolano l’immaginazione di chi legge e creano un testo incantato, difficilissimo da mollare.

Tutto l'articolo si può leggere qui:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/consigli-libri-fiabe-favole-adulti-e-bambini-vkibnlco?fbclid=IwAR2PWfGJVmYD5lGrEUrqM_vj6kcFufRFlppknrBP1Y9NlxeXuwyxCae76EA


giovedì 11 novembre 2021

DDLZAN! Il Mondo è Queer - e tu? Circolo Arci Le Fornaci

 


13 novembre 2021, Circolo Arci Fornaci

DDLZAN!

Il Mondo è Queer – e tu?

Dal pomeriggio all’alba seguente il Circolo Arci Fornaci sarà porto aperto in nome dei diritti civili che ormai respiriamo ovunque nell’aria, nonostante l’ottusità della politica governativa. Queernonseisolə!

 

A cura di: Circolo Arci Fornaci, Giovani del 22, Fangoradio

Ore 14: Ritrovo e inizio

Ore 14.15 La città e i diritti. Incontro con Daniela Belliti

Ore 15.00 Parole, segni, visioni. Lascia la tua traccia sulla parete dei diritti!

Ore 15.30 Decostruire il maschio: queerness e tradizione. Cerchio su letteratura e immaginari con Edoardo Rialti e Luca Starita

Ore 16.30 “La nascita e la retorica degli stereotipi dì genere”. Cerchio con Alessia Dulbecco e Francesco D’isa

Ore 17.30 Parole segni, visioni.

Ore 18.00 “Chi ci dice che quelli con le ali non siano anche loro omosessuali?” Reading poetico con Marco Simonelli.

Ore 19.00 Cena, djset, interviste, tracce messaggi alla radio.

Ore 21.30 Notte aperta: proiezioni nelle sale del circolo.

Ore 8.00-10.00 Il sole dei diritti! Colazione al circolo e saluti finali.

Per tutta la giornata saranno disponibili carta, pennarelli, colori, gessi colorati, per lasciare una traccia dentro e fuori dal circolo, nella piazza della fornace.

I libri degli ospiti e molti altri sul tema saranno disponibili grazie alla Libreria Fahrenheit 451.

Fangoradio seguirà l’evento in diretta. Sarà in seguito disponibile il podcast della giornata. 




mercoledì 27 ottobre 2021

Libri, interviste, recensioni, estratti

Ariel nell'orto

In questi ultimi mesi sono stata molto  indaffarata fra trasloco nella MIA casa (finalmente!), insieme ad Ariel, ripresa dell'insegnamento a Firenze, trasferte varie e bellissime per i miei libri. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sentire l'affetto delle persone nel mondo letterario e artistico.

Sono stata in giro, ho raccolto borsine e shopper di festival ed editori, salutato Firenze (più volte!!), Roma, Pordenone, Castelnuovo Rangone, Pisa, Busto Arsizio, Torino per uno strano e indimenticabile Salone del Libro. 

Su Rockerilla di settembre e ottobre sono uscite due belle recensioni ai miei libri a firma Francesco Buffoli, mentre su Linus di settembre Vanni Santoni mi ha commosso con la sua lettura del mio libro di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos).

Per Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ) sono stata intervistata da Tommaso Giartosio a Fahrenheit di Radio 3. Si può riascoltare qui:

https://www.raiplaysound.it/audio/2021/09/Francesca-Matteoni-Io-sar-il-rovo-Fiabe-di-un-paese-silenzioso-Effequ-628722e4-e16c-4068-815d-8656b90fe46c.html

Sul Foglio del 20 ottobre un'altra approfondita lettura del libro di fiabe a firma Marco Renzi.

Ed ecco qualche traccia online. 

Comincio con Le classifiche di qualità pubblicate ad ottobre su L'Indiscreto. 

Sono arrivata prima nella poesia e undicesima nella prosa con il libro di fiabe!

https://www.indiscreto.org/classifica-di-qualita-ottobre-2021/

Poi, ringrazio Franca Mancinelli che sul suo Diario di passo ospita una selezione di poesie dal mio Ciò che il mondo separa, qui: https://www.francamancinelli.com/francesca-matteoni-mondo-separa/

Sono uscite recensioni a Io sarò il rovo. che mi hanno sorpreso e toccato per la dedizione.


Sul blog A Clacca Piace Leggere di Claudia Maltese:

https://www.claccalegge.it/2021/09/io-saro-il-rovo.html


Su Cattedrale a firma Anna Lo Piano:

https://www.osservatoriocattedrale.com/confini-1/2021/9/24/io-sar-il-rovo-di-francesca-matteoni


Mauro Garofalo sul suo blog:

https://maurogarofalo.nova100.ilsole24ore.com/2021/09/20/io-saro-il-rovo-le-fiabe-bosco-di-francesca-matteoni/


Stefano Solventi sul suo blog:


Su Altri Animali la cara Beatrice La Tella:


Luca Romano su Huffington Post:


Paolo Lago su Zest. Letteratura Sostenibile:


E ancora su Zest, è uscita questa intervista che riprende un dialogo fra me e Francesco D'Isa a Firenze Rivista, il 19 settembre scorso:



Last but not least! Su Il Libraio racconto il mio Brutto Anatroccolo, perduto anche lui nel rovo:



Fine lista, per il momento. Buon autunno.

lunedì 5 luglio 2021

"Ciò che il mondo separa" in libreria

Il 23 giugno è uscito il mio ultimo libro di poesia, Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos)

Il poemetto di apertura è stato pubblicato su Le parole e le cose, qui.

Mentre altre poesie sono uscite come anticipazione su Nuovi Argomenti, qui

La libreria Colapesce di Messina lo ha inserito fra i cinque consigli di lettura per l'estate, con una bella nota, qui

E chiudo con il volantino della prossima presentazione!





martedì 2 marzo 2021

Appunti su Watership Down di Richard Adams (e una poesia)


Richard Adams

Una storia di conigli 

“È solo una storia sui conigli”, rispondeva Richard Adams un po’ spazientito a chi gli chiedesse il vero significato del suo capolavoro Watership Down, in italiano La collina dei conigli, pubblicato per la prima volta nel 1972 e destinato a diventare una delle storie di animali più famose al mondo. I suoi conigli, voleva dire l’autore, non sono né allegorici né morali – il racconto nacque per accontentare le due figlie che gli chiedevano una favola, durante un lungo viaggio in auto. Adams cominciò con la prima cosa che gli venne in mente: due conigli selvatici che decidono di abbandonare il luogo natio. 

L’esile e nervoso Quintilio (Fiver), ultimo nato della sua famiglia, ha una visione spaventosa sul futuro della conigliera, di cui mette subito a conoscenza il fratello maggiore, Moscardo (Hazel), dicendo che devono andarsene subito. Moscardo gli crede e cerca di allertare il capo, che però non gli presta ascolto. Altri al contrario si fidano, a cominciare da alcuni appartenenti all’Ausla, la casta militare: Parruccone (Bigwig), grosso e impavido e il robusto Argento (Silver), seguiti da Ramolaccio (Buckthorn), che nella casta avrebbe fatto carriera; gli amici di Moscardo, Mirtillo (Blackberry), dotato di acume e intelligenza, Dente di Leone (Dandelion), velocissimo e abile cantastorie, e Nicchio (Pipkin), il più piccolo di tutti; e i tre gregari Ghianda (Acorn), Lampo (Speedwell) e Smerlotto (Hawkbit). Così, in undici, si avventurano nel mondo, in cerca di un posto dove vivere in pace, ben consapevoli che: a) nel gruppo mancano coniglie e quindi la possibilità di prosperare; b) là fuori è pieno di pericoli per un coniglio. I luoghi del loro viaggio sono reali e si collocano nel sud-est dell’Inghilterra: il borgo di Sandleford, dove è situata la conigliera d’origine, si trova sul confine fra Berkshire e Hampshire, mentre il colle Watership e la fattoria Nuthanger fanno parte della contea dello Hampshire. Adams arricchì le sue idee sulla fauna con le informazioni ricavate dal libro The Private Life of the Rabbit, pubblicato dal naturalista R.M. Lockley negli anni Sessanta. L’unicità di Watership Down è data dalla rappresentazione dei conigli selvatici quale comunità con una sua struttura sociale, un suo credo e un idioma, il lapino, di cui incontriamo varie tracce nel libro, in parole come elil (nemico), silflaia (l’atto di nutrirsi nei campi e mangiare l’erba), hlessi (un coniglio vagabondo). Dopo molti anni che il libro sostava nella mia biblioteca mi sono decisa a leggerlo, sperimentando quella completa immersione che impedisce ogni altro pensiero, tipica delle letture infantili. A libro chiuso, stento a prendere congedo: una parte di me vaga tra le colline inglesi, alla ricerca della nuova conigliera, e ripete parole in una lingua altra. Per questo vorrei far durare il sentimento ancora un po’, scrivendo di Moscardo, Quintilio e gli altri attraverso i vari episodi e oltre la fine. 

Una stirpe indistruttibile 

Le preoccupazioni del viaggio sono alleggerite dalle storie di Dente di Leone. Sono storie che tutti i conigli conoscono e amano sentirsi ripetere. Parlano del Principe dai Mille Nemici, El-ahrairà, progenitore e trickster, un briccone che sfida le divinità per il bene del suo popolo, e che riesce sempre a cavarsela. Grazie alle avventure di El-ahrairà e del suo amico Ravascuttolo (Rabscuttle), si delinea l’ordine spirituale, d’impronta animista, che regge il mondo. Frits, personificazione del sole, è la massima divinità; accanto a lui troviamo altri personaggi, come il Principe Arcobaleno. Con entrambi El-ahrairà ha un rapporto conflittuale: è l’alba dei tempi e sembra che niente sia impossibile per il popolo dei conigli. Altro che animali timidi! Grazie alla sua intraprendenza El-ahrairà riceve da Frits la benedizione che ricadrà su tutta la sua progenie, ma nello stesso momento ne conosce anche la sorte. 
Frits tornò amico di El-ahrairà, visto che era così ingegnoso e visto che non si dava per vinto, benché pensasse che la volpe e la faina stessero per arrivare. “E va bene,” gli disse “benedirò dunque il tuo didietro che fuoriesce dalla buca. Didietro, sii la forza e sii il monito e la velocità per salvare in sempiterno il tuo padrone. E così sia!” Detto ch’ebbe, a El-ahrairà spuntò una coda bianca che splendeva al pari di una stella; e le zampe posteriori gli divennero lunghe e potenti; e lui si dette a percuoterle contro il fianco della collina, così forte, che perfino i maggiolini cadevano dagli steli. Uscito dalla buca si mise a correre più veloce di qualsiasi altro essere vivente. E Frits gli gridò dietro: “Ascolta, El-ahrairà. Il tuo popolo non potrà dominare il mondo intero, perché io non lo permetto. Tutto il mondo sarà vostro nemico. E chi t’acchiapperà, t’ammazzerà, Principe dai Mille Nemici. Però prima dovranno pigliarti. Tu sei bravo a scavare e veloce nella corsa, principe, d’udito fine e tutti i sensi all’erta. Sii dunque astuto e inventa stratagemmi, e il tuo popolo mai verrà distrutto”. Allora El-ahrairà capì che Frits, benché non si lasciasse canzonare, era pur sempre suo amico. 
Tutto è manifestamente precario per un coniglio. E poiché non ha, all’apparenza, zanne o artigli abbastanza potenti per affrontare i nemici, deve imparare a ricorrere ad altre qualità, magari meno evidenti. È la coda a ricevere la benedizione: la parte più umile del corpo. È la fuga, mescolata alla furberia, a garantire l’esistenza. Accanto a El-ahrairà si mostra un altro coniglio più oscuro: il Coniglio Nero di Inlé, emissario della morte. Quando un coniglio muore, i sentimenti dei suoi compagni sono diversi da quelli che mostrerebbero gli umani: il dolore si concentra nel qui e ora, perché dopo la vita del gruppo riprenda. Il tempo di un coniglio è rapido. Non si tratta di indifferenza, piuttosto di legge di necessità. L’intensità di una perdita è uguale al desiderio di vivere, non tanto come individuo, ma come popolo. Un coniglio solare batte la zampa sul suolo, chiamando tutti a godere dell’erba; nel frattempo la sua ombra si allunga cupa in un altro coniglio in attesa. Nel loro incontro la stirpe si riconosce, a volte si sottomette e si rassegna, altre avanza, trasformando tutta la grande paura nel coraggio della sopravvivenza.
 
Illustrazione di Aldo Galli

Preveggenza 

Per il personaggio di Quintilio, Adams si ispirò alla greca Cassandra, le cui previsioni erano tanto veritiere quanto inascoltate. Qui le cose vanno diversamente: i conigli del gruppo imparano a credere nel loro profeta. La fragilità fisica di Quintilio è un segno del dono sciamanico che ha ricevuto, che gli permette di vedere cose invisibili al resto della sua specie. Così in apertura: 
In quel punto la terra era stata smossa di fresco, e fra l’erba ce n’erano due mucchietti. Un paio di pali robusti, redolenti di creosoto e di vernice, piantati nelle buche, torreggiavano sopra la siepe, alti quanto agrifogli. E la tabella a essi fissata stampava un’ombra lunga sul prato. Accanto a uno dei pali erano rimasti un martello e alcuni chiodi. I due conigli si fecero più da presso, a saltelli, e andarono ad agguattarsi in un cespuglio d’ortica, lì vicino. Arricciavano il naso all’odore di alcuni mozziconi di sigaretta, fra l’erba. D’un tratto Quintilio cominciò a rabbrividire e rannicchiarsi su sé stesso. “Oh, Moscardo! È da qui che proviene! Ora lo so… Una cosa molto brutta! Qualcosa di terribile… E vicina, vicina”. Piagnucolava dalla gran paura. “Che genere di cosa?... che vuoi dire? Poco fa mi dicevi che pericoli non ce ne sono”. “Non lo so, che cos’è” rispose Quintilio, desolato. “Qui non c’è nessun pericolo, per ora. Ma si sta avvicinando… è in arrivo. Oh, Moscardo, guarda! Il prato! È coperto di sangue!” “Non dire stupidaggini, quello è il rosso del tramonto. Su, Quintilio, non parlare a quel modo mi spaventi”. 
I conigli non possono sapere che il terreno verrà edificato, ospitando una moderna area residenziale. Non sanno leggere la lingua degli umani, o immaginarne le ragioni, anche se dell’umano riconoscono i segni con disagio. Tuttavia la presenza di elementi inusuali è sufficiente per allarmare Quintilio, per cui il prato non è affatto inondato dal rosso del crepuscolo, ma dal sangue dei suoi simili. La conferma delle sue qualità arriva tragicamente per gli undici, quando si rifiuta di aggregarsi alla conigliera di Primula Gialla, un coniglio che sembra aver perso molto della natura selvatica. La nuova conigliera ha ritmi rilassati, tane e cunicoli che convergono in una vasta sala sotterranea; il cibo proviene dagli umani, che lasciano ampie porzioni di raccolto a disposizione degli animali. Perfino i vecchi miti non hanno più alcun significato. Le parole del loro poeta Cinquefoglie, tuttavia, stridono con il benessere della conigliera: sono piene di rassegnazione e tristezza. Quintilio le vede per quelle che sono - invocazioni alla morte, con cui i conigli coabitano. Nei campi gli uomini hanno sparso lacci, in cui gli animali restano intrappolati, fino a morire. Quando un coniglio non fa ritorno, viene dimenticato. Tutti hanno accettato questa sorte, non riescono a immaginare di tornare affamati, smilzi e senza casa, sebbene liberi. Le loro leggi non scritte sono: non fare domande; non soccorrere nessuno. L’agiatezza, per quanto effimera, ha sostituito la solidarietà. E anche l’ospitalità verso gli undici è un inganno: il loro arrivo aumenterebbe solo le possibilità di salvarsi dalle trappole per gli altri. Quando Parruccone per poco muore dentro il laccio, tutti gli undici si danno da fare per aiutarlo, mentre gli altri voltano le spalle. Il coniglio Ribes (Strawberry) dopo aver perso la compagna, si unirà a loro, imparando di nuovo la selvatichezza. Non è facile avvertire l’inganno, specialmente quando si è stremati e spaventati dal futuro. È facile invece abituarsi a qualsiasi cosa sembri più invitante di una notte all’aperto. Quintilio ha il ruolo della coscienza intuitiva: ripete che non tutto è come sembra. Le sue visioni arrivano come presentimenti, sogni, possessioni. Nel sogno vede il fratello Moscardo, dato per morto, ferito dentro un canale di scolo; nel momento del pericolo il suo corpo si scuote, la sua voce si modifica, indicando la soluzione ai compagni e lasciandolo stremato, quasi cadaverico. Quintilio sarà sempre un po’ altrove rispetto ai compagni. Tutto il suo corpo vede. Il dono non gli mostra il futuro, ma lo avverte dei cambiamenti che un certo presente porterà: le tracce sono nel paesaggio. Mentre i compagni conoscono i luoghi fisicamente, lui li comprende spiritualmente. 

Un coniglio pieno di risorse 

Le qualità di Quintilio, come degli altri, non verrebbero apprezzate se il capo non fosse Moscardo, un giovane coniglio che viene definito fin da subito pieno di risorse. Il romanzo è in molti sensi la storia della maturazione di Moscardo, che guida gli esuli al colle Watership, alla costruzione dell’Alveare, la nuova conigliera, e infine nella ricerca delle coniglie. Egli è un esempio di come si diventa un buon capo, prendendosi cura della propria gente. Molti politici trarrebbero un’ottima lezione da questo straordinario libro, sempre che fossero in grado di capirlo. Ma anche chiunque si trovi a gestire una situazione di gruppo e responsabilità, e voglia garantirsi la stima e la fiducia degli altri il più a lungo possibile, meritandosele. La forza di Moscardo risiede nel suo sapersi fare da parte, per lasciar emergere le caratteristiche di questo o quel coniglio. Per indole non lascia indietro nessuno: ama accompagnarsi a conigli fieri come Parruccone o Argento, ma si preoccupa ugualmente per i più deboli, come Quintilio e Nicchio. Quest’ultimo in particolar modo nutre una fiducia e un affetto profondi per Moscardo e, nonostante sia terrorizzato, non esita a offrirsi di accompagnare l’amico in imprese più grandi di lui. Eppure la stazza minuta di Nicchio si rivelerà risolutiva nel liberare Parruccone dal laccio. Così piccolo può spingersi col muso nella buca che contiene il piolo, fino a rimuoverlo. Il coniglio più intelligente del gruppo è il mite Mirtillo, ma la sua intelligenza brilla grazie a Moscardo che vi si affida nei momenti difficili. Grazie a Mirtillo i piccoli Quintilio e Nicchio riescono ad attraversare il fiume, montando su un pezzo di legno che viene spinto, quale zattera improvvisata, da Parruccone. E sempre grazie al suo spirito attento questo stesso stratagemma sarà utilissimo in seguito per salvare tutti quanti, usando una vera barca. Moscardo comprende che non pensare solo per sé, ma prestare aiuto anche ad altri animali in difficoltà può essere un ottimo metodo per creare alleanze solide davanti al pericolo. Questa è forse la sua intuizione rivoluzionaria. Prima salva un topo sul colle Watership, poi, insieme a Parruccone, presta aiuto al gabbiano Kehaar, che trascorre tutto l’inverno con loro. Kehaar, legato ai conigli da vincoli di riconoscenza e a Parruccone da reciproca stima, sarà per i conigli un’arma segreta nella missione di liberazione delle coniglie da Efrafa, vero e proprio stato totalitario, retto dal generale Vulneraria (Woundwort), un coniglio formidabile e spietato. Nell’unico incontro fra Moscardo e Vulneraria, prima che i conigli di Efrafa attacchino l’Alveare, il nostro è zoppo, in seguito a un incidente, e non viene riconosciuto come capo. Non ne ha le qualità fisiche. Lui, del resto, si presenta come un semplice messaggero che cerca di stabilire un accordo pacifico e fruttuoso per entrambi. In quel momento assistiamo al confronto tra il buono e il cattivo capo: il primo che guarda al destino di tutti, l’altro che mira esclusivamente all’affermazione personale. Comunità contro sopraffazione. Fiducia e amicizia contro timore e soggezione. Certo, comunità, fiducia, amicizia, sono termini lenti, buoni per bestie zoppicanti… ma che passo dopo passo vanno lontano e, anche lasciato il vecchio corpo nella morte, sanno unirsi a El-ahrairà nei campi celesti condividendone la spensieratezza, la gioia e l’imprevedibile astuzia. 

Coraggio 

Il generale Vulneraria e i suoi capitani, sono convinti che il capo della conigliera sia Parruccone, temerario e massiccio. Keharr considera soltanto Parruccone quale suo pari. Parruccone è colui che viene invocato disperatamente dal capitano Pungitopo (Holly), membro dell’Ausla della conigliera di Sandleford, unico superstite insieme all’allegro Campanula (Bluebell), dopo che la visione di Quintilio si è avverata e i poveri conigli sono stati sterminati con il gas o il fucile. I nostri dodici (compreso Ribes!) si stanno per stabilire sul colle Watership, quando un Pungitopo dalle orecchie ferite e quasi folle, li raggiunge urlando il nome lapino di Parruccone: Sglaili. Il capitano dell’Ausla, che all’inizio della storia aveva cercato di fermare i fuggitivi, ha mantenuto un minimo di senno grazie alla presenza di Campanula, il giullare, che ha continuato a dirgli buffonaggini durante tutto il viaggio. Nonostante l’orrore Pungitopo non si è arreso alla morte nell’unica speranza di rivedere Sglaili, unirsi a lui e agli altri, dir loro che avevano ragione. I nostri conigli sul colle Watership sono ora quattordici. Presto aumentano, grazie all’aggiunta di tre conigli domestici, di cui due femmine, liberati nei pressi della fattoria Nuthanger. Ma occorrono altre coniglie per garantire la sopravvivenza del gruppo. È Kehaar a dir loro di Efrafa, dove i conigli sono troppi rispetto allo spazio e alle tane disponibili. Come scritto sopra però Efrafa è sotto regime militare: la prima spedizione di ricognizione amichevole, capitanata da Pungitopo, fallisce e, con grande difficoltà, i conigli riescono a fare ritorno. Rassicurati tuttavia dalle sensazioni di Quintilio, molti ripartono alla volta di Efrafa, studiando un piano di infiltrazione, liberazione e fuga via fiume, grazie a Mirtillo. L’eroe scelto è Parruccone che si spaccia per un coniglio desideroso di unirsi al corpo militare, dove viene subito inserito grazie alla sua stazza. Comincia a mettere in atto il piano, ma … c’è un ma. Parruccone è impulsivo e generoso. Qui ha modo di mostrare il suo coraggio, andando ben oltre quanto richiesto dai compagni e riscattando il coniglio Nerigno (Blackavar), imprigionato e condannato a morte certa, per aver tentato di fuggire da Efrafa. Parruccone non lo lascia indietro, guadagnandosi un’ulteriore carica di stima. È forte, non brutale. Conosce i suoi limiti e lo dimostra più volte, accettando di fare come gli viene detto dai più acuti Moscardo e Mirtillo, o chiedendo scusa al piccolo Quintilio per aver dubitato di lui. Sebbene sia, giustamente, lui ad avere la meglio nello scontro fisico con il generale Vulneraria, negli ultimi capitoli della storia, la sua forza e il suo coraggio risiedono nell’umiltà. Ciò che deve essere fatto è più importante del volere individuale. Ognuno è portatore di qualcosa nella comunità e per questo va rispettato, non sottomesso. Moscardo ha il raro potere di spingere i suoi compagni a dare il meglio di loro. Parruccone l’altrettanta rara energia per difenderli e ha un ruolo di spicco nel salvare la conigliera. Ma sa che lui stesso deve la vita al giudizio di Moscardo, alla visione di Quintilio e ai denti del fragilissimo Nicchio – un coniglio che, in situazioni normali, nessuno appartenente alla casta militare avrebbe degnato di uno sguardo. 


Una storia ecologica 

Leggere oggi in piena pandemia Watership Down, dimostra che la preveggenza di Quintilio va ben oltre la storia. Come dicevo: conoscere il futuro, significa decifrare i segni del presente, mettendosi in ascolto, imparando a venire esiliati da tutte le certezze per intraprendere un viaggio ecologico, che conduca a nuove relazioni con gli esseri. Affermare che questa è una storia ecologica, non vuol dire che ne usciremo amando di più i conigli e disprezzando di più noi stessi o rimpolpando la vecchia e nociva dicotomia fra natura e umano, che vede la prima come positiva e l’altro come negativo. Io, personalmente, mi auguro anche che ameremo di più i conigli, animali che ho smesso di mangiare quando ero molto piccola, esprimendo il mio primo “no”, davanti alla carne. Questa tuttavia è una parte minuscola della questione. Mi risuonano le parole del dialogo fra Quintilio e Pungitopo, dopo il racconto della distruzione della conigliera. 
“Quanto male c’è al mondo”.
È dagli uomini che viene”, disse Pungitopo. “Tutti gli altri elil fanno quello che devono fare e Frits li spinge come spinge noi. Vivono su questa terra e hanno bisogno di nutrirsi. Gli uomini invece non sono contenti finché non hanno rovinato la terra e distrutto gli animali”. 
Siamo davvero così? La risposta veloce è: sì. L’altra è: sì, ma possiamo cambiare. Come Moscardo possiamo credere al nostro fratello strampalato e sensitivo, che parla in poesia invece che in prosa. Possiamo desiderare di non tradire la fiducia di un esile Nicchio. Possiamo pensare che la nostra forza è inutile se non siamo pronti, come Parruccone, a rischiare tutto per soccorrere qualcuno che agonizza. Come Mirtillo possiamo ricordare cosa ci è stato utile, invece che cercare vie rapide al successo. Come Pungitopo possiamo camminare per chilometri, esausti e pieni di pena, per dire a un vecchio amico che aveva ragione e così ricominciare a vivere. Come Dente di Leone o Campanula possiamo raccontare una storia che ci renda indistruttibili nella speranza. Perché quest’avventura di conigli antropizzati nella cultura e negli usi, fa in modo che noi ci avviciniamo alla loro prospettiva di fuga, perdita, timore, che è la nostra e quella di qualsiasi essere davanti alla sopravvivenza. Possiamo cambiare tramite atti di comprensione. Lasciando che altri traggano beneficio dal nostro operato, siano essi topi, gabbiani o creature ancora senza nome. Stare al mondo senza tanti proclami. E mentre procediamo verso il colle Watership esultare per un prato, dove consumare insieme una ricca silflaia, per un attimo salvi sotto il sole magnifico.


Sul colle Watership

 

Leggendo la storia dei conigli che lasciano

la conigliera in cerca di un luogo

salvo, annuso l’aria, corro a quattro zampe

verso il colle Watership

nel sud dell’Inghilterra e siedo a questo tavolo

nel sottotetto  e, oltre la finestra, le case

della mia infanzia.  

Per attraversare un mondo

occorrono un presagio, un po’ d’acume,

riconoscere nel dubbio gli alleati, un cantastorie

che trasformi le notti in antenati, e la fiducia

di non restare soli. La velocità

nascosta nella coda. È piena di correnti,

lacci, denti, la strada.

Scappare dai ratti, da homba

e lendri, dall’inganno in una poesia,

scappare nel fiume tenendosi a un legno, scappare

dal Nero Coniglio di Inlé che attende

dietro il sole. La paura percuote la terra.

Il piccolo sciamano fiuta il paesaggio

ostile, umano. Il prato era sangue al tramonto.

Le tane senza uscita. Un corpo sull’altro fino

a soffocare. Se sei l’ultimo nato devi sapere

che non ti bastano i muscoli

per saltare, ti serve lo spirito che vede

il presente, ti serve conoscere un odore

con la mente. Se sei una giovane guida devi

sapere che il Coniglio Sognante è in te,  

il Coniglio dai Mille Nemici che sfida

l’Arcobaleno, fa di sé stesso un ponte, un mistero.

Là, sulla collina, immagina le generazioni.

Tieni accanto il più fragile, Hlao-roo.

Se sei un combattente devi sapere

gli orecchi a brandelli, il pelo opaco

degli sconfitti ma nella zampa un guizzo

pronto a bruciare. Accendilo, Sglaili.

Ci puliamo il muso nell’erba.

Tremiamo nell’aperto e nella luce

un freddo tagliente ci precede.

Ogni volta quello che deve, accade.